di Gabriele Ottaviani
La scrittura probabilmente non fa che generare ulteriori distorsioni e incertezze.
I ricordi di una vita occupano spazio. Negli armadi. Nelle case. Nei cuori. Sabbie mobili è il titolo dell’insieme gioioso e complicato, dal sapore agrodolce, dei ricordi della vita di Sybille Bedford, nata nel millenovecentoundici a Charlottenburg, in Germania, figlia di un barone e di una giovanissima ebrea, morta a novantaquattro anni compiuti nel febbraio del duemilasei. Ha attraversato dunque con la sua lunga esistenza tutto il secolo breve. Ha visto due guerre mondiali, ha convissuto con l’atrocità delle dittature, è stata testimone della resurrezione della democrazia. Ha viaggiato, forse soprattutto per necessità. Ha subito lutti e perdite, sin da piccola. Ha amato e agito per convenienza. Ha vinto e perso, sprecato, sciupato, guadagnato, sofferto, sbagliato , sorriso e avuto ragione. Ha dimostrato un enorme talento per la narrativa. E questo libro lo dimostra: Neri Pozza, traduzione di Simona Fefé.