di Gabriele Ottaviani
Credo di aver iniziato a conoscere e a bramare il mondo dai quadri di quell’inferriata.
Paolo Malaguti, La reliquia di Costantinopoli, Neri Pozza. In corsa per lo Strega, quest’anno, c’è anche lui. Con una prosa ampia, raffinata, preziosa, ricca come i ricami di una pregiata stoffa d’Oriente, che dettaglio dopo dettaglio costruisce un mosaico di situazioni e personaggi che, nella cornice canonica, classica, solida e lineare di un romanzo storico tradizionale, avventuroso e basato su una documentazione che si immagina sterminata, frutto di un’approfondita ricerca, si manifestano vividamente di fronte all’occhio del lettore/spettatore, che fruisce dell’opera e se ne reputa partecipe. Millecinquecentosessantacinque, Venezia. Il vecchio Giovanni scende in una tomba, quella di Gregorio Eparco, chierico e suo antico tutore. Sta cercando un diario. Ce l’ha messo lui stesso. Ha giurato di non leggerlo, ma ora è indispensabile che lo faccia. Per ritrovare delle reliquie perdute… Molto interessante.
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