di Gabriele Ottaviani
Inganno.
Consegna degli oggetti di valore.
Svestizione.
Il titolo è una provocazione, è evidente. Una provocazione dolorosissima. Ma che si staglia come un baluardo difensivo della dignità contro la retorica. Gianpaolo Anderlini si occupa da decenni di ebraismo, e oggi affida a questo libro il suo pensiero. Aliberti editore, Per favore non portateli ad Auschwitz. Perché non è solo lì la memoria. Non è solo lì che si può toccare con mano l’abiezione che sono stati capaci di raggiungere gli esseri cosiddetti umani nei confronti di altri esseri umani, l’aberrazione delle azioni che sono state compiute senza porsi nemmeno per un attimo in discussione, solo perché erano ordini da eseguire, nella migliore delle ipotesi, quando non si provava soddisfazione nel commettere atrocità. Perché in più di qualche caso è invece evidente di come qualcuno fosse sinceramente felice nell’annientare il prossimo che non gli aveva fatto nulla. Fatti immondi perpetrati, crimini abominevoli subiti, oltre ogni umana immaginazione. Ma non solo ad Auschwitz, in mezza Europa. Anderlini propone un nuovo itinerario, e leva la sua voce per fare in modo che davvero non si dimentichi nulla della barbarie nazista, che davvero le nuove generazioni sappiano, conoscano, capiscano e non abbiano mai la tentazione di ripetere, l’angoscia di dover rivivere. Si legge d’un fiato, e dilania.