Libri

“Certi momenti”

Certi momenti_Sovra.indddi Gabriele Ottaviani

La prova generale stava per iniziare alle tre del pomeriggio del giorno seguente, alla presenza di quattro cardinali, otto vescovi e un’infinità di monsignori, preti e suore. In quel momento riapparve Silvano, che guardò le nuvolette e rivolto verso di me domandò: «Oh cos’è quel troiaio?». «È il paradiso che tu non hai voluto fare!» Si allontanò. Dopo due minuti riapparve, munito di un grosso martello, e cominciò a distruggere le nuvolette. Io che ero in fondo alla platea, perdetti le staffe e bestemmiando come un pazzo attraversai tutta la sala, saltai sul palcoscenico, gli levai il martello dalle mani, gli diedi un cazzotto in faccia e poiché avevo intravisto tra le quinte due carabinieri, ordinai loro con voce militaresca: «Portatelo via!». I due carabinieri eseguirono l’ordine dato con voce così autoritaria e trascinarono via Silvano. Riparati i danni alle nuvolette, quando mi voltai verso la sala la vidi deserta. Tutti i cardinali, i vescovi, i preti e le suore se n’erano andati, inorriditi dalle mie bestemmie. Lo spettacolo andò in scena la sera e venne mandato in contemporanea anche in televisione. Ebbe un grosso successo, ma il giorno dopo, sentendomi in colpa, espressi il desiderio al direttore della Pro civitate christiana, don Rossi, di scusarmi per il comportamento del giorno avanti. Egli mi indicò un cardinale che stava seduto con altri suoi colleghi sotto un albero, e mi disse: «Vada a chiedere scusa al patriarca di Venezia, è quello seduto al centro». Mi avvicinai al patriarca, gli feci un inchino e gli dissi: «Sono venuto a chiedere scusa per la scenata che ho fatto ieri a teatro». Il patriarca mi guardò: «Perché vieni a chiedere scusa a me, devi chiedere scusa a te stesso. Comunque per ciò che riguarda me sei scusato». Io lo ringraziai e feci per ritirarmi, ma lui mi richiamò: «Senti – mi disse – però quel signore col martello, il pugno che gli hai dato, se lo è meritato». Pochi mesi dopo, il patriarca di Venezia diventava papa Giovanni.

Andrea Camilleri, Certi momenti, Chiarelettere. La vita del creatore di Montalbano, prolifico e formidabile scrittore, intellettuale argutissimo, persona di rara e istintiva simpatia, seducente, affabile, malinconicamente gioioso, certo non è breve. Per fortuna. E nemmeno noiosa. Anzi, è sorprendente. Tante ne ha viste, a partire dalla dittatura fascista, e probabilmente tante ne vedrà. Quantomeno, questo è l’augurio che gli fanno tutti coloro che provano per lui affetto, anche senza averne diretta o personale conoscenza, ma solo attraverso la cognizione mediata dalla comunicazione di massa. In questo bel libro Andrea Camilleri conduce i suoi amici di pagina attraverso quelle del diario della sua esistenza, costellata da tanti incontri – con persone, libri e altro – e qualche scontro. Del resto è stato tante cose: insegnante, regista teatrale, regista televisivo… Varia umanità e qualche celebrità (il timidissimo Gadda, che spesso a Roma se ne stava rintanato nella sua casa di Via Bernardo Blumenstihl, Pier Paolo Pasolini, D’Arrigo, capace di accendersi come un cerino anche più o meno senza motivo, Primo Levi, Croce, Vittorini, Randone…), personaggi, soprattutto i più umili, scolpiti con colori vivacissimi, e storie di rara leggibilità: una raccolta di immagini da non perdere.

Standard

Lascia un commento