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“La résistance de l’air”

maxresdefault (3)di Gabriele Ottaviani

Vincent ha un lavoro. Una moglie. Che gli è di sostegno come un sasso in una scarpa. Un padre. Malato. Molto. Cattivo. Ancor di più. Problemi economici. Grossi. Una figlia. Che ama. E un gran talento col fucile. Da campione a livello continentale e non solo. Colpisce un bersaglio in pieno centro a trecento metri di distanza. Quando vuole regalare un orsacchiotto di peluche alla figlia gli basta sprecare qualche secondo alle giostre. Chiaro che qualcuno lo noti. Chiaro che qualcuno gli chieda qualcosa. E lì cominciano i guai, la solita lotta tra coscienza e bisogno, la consueta seduzione di una vita meno complicata. La résistance de l’air, fattore fondamentale da considerare nella scienza balistica, è un noir bello e classico, solido, che rimanda nel mood – d’altronde, la cifra autoriale è la medesima – a Un sapore di ruggine e ossa e Il profeta, con qualche difetto ma ben diretto e recitato, compiuto, che parte bene e se pure ha qualche lieve passaggio a vuoto nella fase centrale si riprende con un finale che colpisce.

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