Amaro, dolorosissimo, commovente, troppo lungo, con qualche imperfezione e soliti eccellenti picchi di lirismo made in France, contemporaneo ma con un gusto un po’ rétro il film di Claudel – stavolta senza Kristin Scott Thomas – Une enfance: Jimmy è un miracolo. Perché non si sa come possa essere venuto fuori così assennato un bambino che è molto più adulto di tutti gli adulti che lo circondano. La nonna è amorevole ma ha le mani legate. La madre è appena uscita di galera, ed è irrimediabilmente irresponsabile sotto ogni punto di vista. Il compagno della madre (Pierre Deladonchamps, che funziona come tutto il cast, ben diretto: d’altronde, per Lo sconosciuto del lago il giovane ha vinto il César, non so se mi spiego…) fa sembrare raccomandabile Satana. E così via. Pertanto, al fratellino – non hanno in comune il padre, ma che importa? Oltretutto di figure paterne qui non se ne vedono granché all’orizzonte – ci pensa lui. Sequenze à la Dardenne per un’opera che avvince ma che andava montata meglio. Bellissimi i brani musicali.