L’idea che il maggio dell’anno successivo e quelli a venire sarebbero stati differenti conferiva al mese in corso una certa fragilità, come fosse un albero davanti a una nuvola, o lo rendeva già parte del passato.
Due bambini, un appartamento, la vita. Col suo carico di dolore e passione. La perdita del disincanto e la scoperta del sesso. Le stanze che sembrano il coro a bocca chiusa della Butterfly, parlano più che se cantassero a gola spiegata. Parole, odi, amori, timori, tremori, segreti, bugie: Sonzogno ripubblica un classico per cui l’aggettivo eccezionale è probabilmente solo la più approssimata delle definizioni, ma comunque riduttiva. Elizabeth Bowen, tradotta da Alessandra Di Luzio, è l’autrice di un romanzo insieme lirico e carnale che avviluppa il lettore come un’edera sin dall’inizio, da quando seguiamo su due diversi baveri la stessa coccarda color ciliegia, che serve a chi non si conosce ancora di persona per distinguersi nella folla: La casa di Parigi. Impossibile smettere di leggere fin quando non si è arrivati alla fine.