19 novembre. Tornando dall’ufficio ho trovato il signor Hunt a colloquio con mia moglie, in camera da letto. Mi sono lasciato vincere dalla gelosia, che Dio mi perdoni! Ma poi ricordandomi che quella era l’unica stanza della casa dove vi fosse il caminetto acceso mi sono rasserenato.
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4 dicembre. A Londra per via d’acqua poi alla Borsa, dopo aver ammirato (che Dio mi perdoni) le donne del mio vicino Janson che sono venute a Londra…
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18 novembre. Sono stato a letto fino a tardi a discutere, con mia moglie che voleva impedirmi di uscire per paura che andassi in cerca di Deb. Ho negato, ma…
Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ecco, Samuel Pepys, se si fosse attenuto in modo ligio e rigidamente osservante al precetto evangelico, probabilmente non avrebbe potuto scagliare nemmeno un bruscolino. Anche se certo forse vale la pena di interrogarsi su cosa nella realtà dei fatti possa essere veramente considerato come un peccato, di sicuro Diario di un peccatore è il titolo del libro che Castelvecchi, con una introduzione, tradotta da Paolo Martore, nientedimeno che di Robert Louis Stevenson, pubblica nella versione che dall’inglese ne fa Milli Dandolo: un decennio di vizi privati e pubbliche virtù raccontati con limpidezza da uno stimato amministratore navale e politico britannico che è passato attraverso molteplici esperienze, compreso il grande incendio che quasi rase al suolo per intero Londra nei primi giorni di settembre dell’anno del Signore milleseicentosessantasei. Piacevolissimo.