Il garofano rosso è la firma di riconoscimento, lo lasciano ovunque, si sono autodefiniti socialisti della criminalità per via della loro attitudine a demandare la gestione del loro territorio a luogotenenti fidati. Piazze di Giugliano, Mugnano, Melito, fino a quella di Marano, spartita con i Santanastaso. Maurizio è basso e paffuto, all’apparenza può sembrare un uomo mite, spesso è un pacificatore quando scoppiano questioni interne al cartello, ma l’aggressività che gli difetta nel fisico è compensata dalla sua fredda crudeltà. Negli anni in cui i Farnesini e i Simonetti erano in guerra, Maurizio è stato il mandante di almeno venti esecuzioni dei nostri. Dall’altro lato del tavolo il primo da destra, proprio di fronte a suo padre, è Carmine Musso, meno di trent’anni e molto bello. Al suo fianco c’è il suo migliore amico, Lorenzo Cutri, fratello del più animalesco Salvatore, detto Totore ‘O Scannato. I Cutri sono compagni fraterni dei Farnesini. Sara Cutri è stata la prima moglie di Don Antonio, morta di tumore giovanissima.
L. R. Carrino ha una scrittura semplicemente inesorabile. È come il bisturi del chirurgo, affilata e precisa. Uno spaccato di una Napoli di crimine e decadenza, con una protagonista bellissima, un personaggio caratterizzato alla perfezione, che brilla ancor di più per le sue assenze, una donna che non ha scelta (ma è davvero così? Quante volte nella vita ci si può dire che davvero non c’è scelta? E quante volte in realtà la scelta c’è, ma è scomoda?) e che tiene salde le redini di un clan. La collana sabot/age di e/o, curata da Massimo Carlotto, come sempre dà delle soddisfazioni. La buona legge di Mariasole è un buon libro.