Caleb è originario del New Mexico. È morto. In Afghanistan. Un suo commilitone, David, va in visita alla famiglia. Porta a madre, padre, fratello e sorella un ultimo messaggio. Poi vorrebbe andarsene, ma loro decidono di ospitarlo.
Ognuno dei componenti ha, nel suo piccolo, qualche problema, che, stranamente, trova in breve una sorta di soluzione. David, però, non è evidentemente chi dice di essere.
Una sceneggiatura davvero bizzarra per un film sopra le righe in ogni suo aspetto, caricaturale, volutamente kitsch, che ha guizzi e debolezze, una certa ironia e diversi tributi di riconoscenza al cinema di genere, muovendosi come un equilibrista sul filo sottile tra la tragedia e la farsa, tra la commedia e il thriller.
Il messaggio di fondo c’è, e anche un certo ritmo, che di questi tempi è già un discreto punto di partenza. Buona la prova del protagonista assoluto Dan Stevens.